Carissimi Lettori, ben arrivati nel numero 82 di CoachMag!

Siamo pronti con oltre 100 nuove pagine della nostra rivista, sempre più ricca di valore, spunti e profondità, per esplorare questa volta una dimensione del Coaching che – pur essendo tra le più essenziali – non avevamo ancora affrontato così direttamente nei nostri anni di pubblicazione.

I nostri Contributor, tra i più autorevoli esponenti del mondo del Coaching e della Formazione in Italia, ci presentano infatti il loro punto di vista su una competenza sottile e potente: “La Presenza del Coach: l’arte di essere, prima di fare”.

In un mondo che ci vuole sempre altrove — più veloci, più performanti, più connessi — scegliere di essere presenti è un atto di coraggio. Di questi tempi, rimanere dove siamo, con tutto noi stessi, può apparire quasi un lusso.

Ma per noi Coach non è una possibilità: è una responsabilità.

Questo numero di CoachMag è una dichiarazione d’intenti.

Lo abbiamo voluto dedicare alla Presenza, quella vera.

Non il “fare” presenza, non lo stare zitti in attesa della risposta giusta.

Ma il “ci sono” autentico, radicale, vibrante. Quello che lascia un segno. Quello che si sente, anche quando non si dice nulla.

La Presenza è quella qualità invisibile che separa un Coach tecnicamente preparato da un Coach trasformativo.

È l’arte del “non fare” quando tutto il corpo vorrebbe intervenire. È la centratura che regge anche l’inatteso. È il respiro che si fa spazio.

Tra queste pagine troverai visioni, tecniche, neuroscienze e spiritualità che parlano tutte la stessa lingua: quella del “qui e ora”.

Scoprirai che la Presenza si allena come un muscolo, si coltiva come una pianta, si affina come un’arte.

Che è corpo, voce, sguardo, ma è anche vulnerabilità, ascolto, e fiducia.

Abbiamo chiesto ai nostri Contributor di portarci la loro visione: dal biohacking al business, dalla performance sportiva alla mindfulness, dall’online alle dinamiche familiari.

E ciò che ne è emerso è chiaro: la Presenza non è un lusso per pochi.

È un’urgenza collettiva. Una necessità. Una pratica. Una via.

Che tu sia Coach da vent’anni o all’inizio del tuo percorso, ti invito a leggere questo numero con un’attenzione nuova.

Con quella stessa qualità che chiediamo a noi stessi in sessione: attenzione piena, cuore aperto, mente curiosa.

Perché — ne sono certa — è proprio da questa presenza che nascono le trasformazioni più grandi.

Buona lettura, buon ascolto, buon silenzio
dal vostro direttore