di Nicola Riva
Quando le persone mi chiedono come negoziare efficacemente via e-mail rispondo:
“Non fatelo, a meno che non sia inevitabile.”
Le negoziazioni più efficaci e che producono più valore sono quelle di persona, al secondo posto ci sono quelle al telefono e infine, al terzo e ultimo posto, quelle per e-mail.
Al telefono, perdiamo tutto il linguaggio legato a corpo, postura, gestualità, espressioni del viso (anche se attualmente l’obbligo della mascherina ci sta privando di tutta la ricchezza dei macro e micro-segnali del viso). Passando dal telefono all’e-mail perdiamo anche tutte le sfumature legate al timbro, volume e velocità della voce.
Parafrasando Steve Tobak:
“Mandare e-mail efficaci è come il sesso, tutti pensano di essere bravi a farlo”.
Eppure diversi studi hanno confermato che a mezzo e-mail tendiamo ad essere meno collaborativi, forse perché ci sentiamo meno inibiti nell’esprimere opinioni negative e lamentele. Inciampiamo in molti più malintesi perché sopravvalutiamo il grado di comprensione dei nostri messaggi da parte dei destinatari.
L’e-mail è uno strumento mediocre per la negoziazione e la comunicazione perché non ha tono.
Il problema è che il tono finirà per riflettere lo stato emotivo in cui si trova il destinatario dell’e-mail quando la riceve. E potrebbe essere molto diverso dal tono con cui intendeva il mittente.
“Occupati di una mossa alla volta”
Per tutti questi motivi considera l’e-mail come ultima spiaggia per negoziare, cioè solo quando non sia davvero possibile farlo di persona o almeno al telefono.
L’e-mail è uno strumento facile, comodo e veloce per ricevere e trasmettere informazioni e comunicare fatti, ma non è altrettanto utile per persuadere qualcuno a fare qualcosa, eppure lo si utilizza spesso per condurre negoziazioni anche di ingente valore.
Cosa fare, quindi, per negoziare al meglio via e-mail?
- Prima di iniziare a scrivere, chiarisci rigorosamente l’obiettivo che vuoi raggiungere.
Le persone ricevono decine di e-mail ogni giorno e se la tua è particolarmente lunga ed elaborata (oltre le 5 frasi), forse non la leggeranno neppure tutta. In questo contesto vince il minimalismo.
Come suggerisce Dan Munz:
- A. scrivi la tua e-mail
- B. cancella quasi tutto
- C. invia
- Tratta lo scambio di e-mail come una partita a scacchi, occupati di una mossa alla volta.
Nelle-mail: una singola domanda o un punto preciso che vuoi fare. - Sfrutta tutto il potenziale del campo oggetto. È la prima cosa che viene letta ed è spesso quella che fa decidere se continuare o meno a leggere. È come il trailer di un film che ti fa desiderare di vederlo.
È importante che l’oggetto sia succinto e dia informazioni. Evita di scrivere «urgente», a meno che la tua e-mail non lo sia davvero anche per i destinatari. - Rileggi l’e-mail a voce alta almeno 3 volte prima di inviarla.
Leggere a voce alta, con il tono di chi va di fretta o è di cattivo umore o meglio ancora con il tuo peggior tono, ti permette di simulare lo scenario del lettore peggiore del tuo messaggio, così potrai eventualmente modificarlo o aggiungere qualcosa che lo addolcisca, se necessario. - Quando rispondi a un’e-mail negoziale:
- assicurati di ricalcare la forma e la struttura dell’e-mail ricevuta;
- verifica se stai rispondendo come ostaggio delle tue emozioni o in maniera consapevole e fattuale.
Se vuoi, nel libro “I 4 colori della personalità” trovi un capitolo dedicato ai 4 stili negoziali e comunicativi per scrivere e-mail, ricco di consigli per rispondere nel modo migliore possibile anche a persone che incontri per la prima volta solo per e-mail.
- Se non ottieni risposta nel giro di qualche giorno, evita di concludere che ti stiano ignorando.
A volte succede che le e-mail finiscono nello spam o qualcuno non rimanda le azioni, e quindi il destinatario non le riceve.
Rimanda l’e-mail iniziando con una frase del genere: «Buongiorno, invio nuovamente questo messaggio, qualora non fosse pervenuto. Grazie per darmi conferma di ricezione».
Nel caso non riceva ancora risposta, invia un’altra utilizzando il potere del no:
«Ha perso interesse per…?»
«Preferisce lasciar andare questa possibilità?»
«Hai cambiato idea su…?» - Termina sempre con una nota positiva (tipo “confido che insieme troveremo la soluzione migliore”) perché le persone ricordano meglio l’inizio e la fine delle cose e questa è l’ultima impressione a cui lascia il segno.
Anche se questa negoziazione non dovesse andare in porto, sarà ricordato come disponibile e positivo per una prossima possibile negoziazione.
Al lavoro adesso, c’è posta per te!