L’esercizio è un potente pit stop di riflessione trasformativa, fondato su processi di metacognizione e narrazione.
Attraverso la simbolizzazione dei discorsi di commiato, il leader viene invitato ad esplorare la propria identità professionale integrata, attivando meccanismi di empatia prospettica e di ristrutturazione cognitiva ed emotiva.
Tale pratica permette di analizzare le rappresentazioni interne di sé nei diversi ruoli sociali, favorendo la presa di coscienza delle sue dinamiche transferali e dei pattern relazionali all’interno del team di riferimento. Il confronto tra valori dichiarati e comportamenti agiti facilita un processo di riallineamento intrapsichico e di coerenza valoriale, elementi cardine di un’agency autentica e consapevole.
Questa autoanalisi, che pone il professionista in una dimensione retrospettiva, ne potenzia le skills emotive e la regolazione affettiva in una modalità risonante. In tale prospettiva, il leader non è solo facilitatore di performance, ma promotore di crescita identitaria, empowerment personale e benessere psicosociale, in uno spazio psicologicamente sicuro.