AUTORE: Elena Re
CoachMag n. 61
Per prendere le nostre decisioni, nella vita personale così come nella vita professionale in quanto Coach, dobbiamo necessariamente rapportarci all’ambiente in cui ci muoviamo.
In particolare, per decidere come posizionarci, quali offerte proporre ai nostri potenziali clienti e anche quale valore economico attribuirci, è importante raccogliere e analizzare le informazioni essenziali dal mercato sul quale intendiamo proporci.
Tuttavia, questa operazione può risultare molto stressante e, in merito all’argomento stress e a come il nostro cervello lo gestisce nel breve e nel lungo termine, ci sono alcuni elementi tratti dalle neuroscienze che vale la pena prendere in considerazione.
È interessante ricordare come ognuno di noi viva muovendosi in un ambiente che fornisce al nostro cervello miliardi di stimoli sensoriali. Di tali stimoli spesso noi non abbiamo consapevolezza, anche se presumiamo che il nostro cervello li raccolga e in qualche modo li archivi, considerandoli spesso come non rilevanti.
Di fatto, questo non è sempre vero, ed è di estrema importanza conoscere il meccanismo fondamentale per cui a volte gli stimoli che riceviamo del mondo esterno non arrivino affatto al cervello e, di conseguenza, determinati errori di processo, di pensiero e di comportamento non siano riconducibili a generalizzazioni o cancellazioni.
Il meccanismo di cui stiamo parlando è definito “spegnimento”.
Cosa è lo spegnimento?
Per comprendere questo fenomeno è necessario fare alcune premesse sul funzionamento del nostro cervello.
• Le informazioni vengono trasmesse da un neurone all’altro attraverso un processo elettrochimico e l’attività elettrochimica non è distribuita in modo uniforme, bensì si concentra in alcune aree piuttosto che in altre.
• Il cervello di ognuno di noi è naturalmente predisposto a concentrare l’attività elettrochimica in aree definite: ad esempio, nell’emisfero sinistro piuttosto che nell’emisfero destro, nei lobi frontali piuttosto che nei lobi posteriori, nelle aree più superficiali (corticali) piuttosto che nelle zone più profonde (sistema limbico).
• Infine, dato che il nostro cervello è un eccezionale strumento finalizzato alla nostra sopravvivenza, quando è sottoposto a uno stress, momentaneo o prolungato, oppure è successivamente affaticato, concentra le proprie energie sulle aree che ritiene possano garantirgli maggiore probabilità di sopravvivenza. In pratica, mette “in risparmio energetico” le aree non dominanti, cioè quelle dove non concentra di preferenza l’attività elettrochimica.
Ne consegue che, in alcuni momenti o anche periodi della nostra vita quotidiana, alcune aree del nostro cervello sono essenzialmente spente!
Quali conseguenze pratiche ha lo spegnimento?
Consideriamo ora un altro aspetto essenziale della struttura del nostro sistema nervoso.
Sappiamo, infatti, che i nostri organi di senso, collocati sul nostro corpo, sono collegati al cervello in modo incrociato.
Tutte le terminazioni nervose che si trovano sul lato destro del nostro corpo comunicano quindi con l’emisfero sinistro del nostro cervello; analogamente, tutte le terminazioni nervose disposte sul lato sinistro del nostro corpo sono connesse all’emisfero destro del nostro cervello.
Ognuno di noi ha una naturale preferenza di utilizzo: in pratica preferisce acquisire le informazioni dai diversi organi di senso posti sul lato destro oppure sinistro del corpo. Inoltre, può avere preferenze sensoriali miste e quindi preferire, ad esempio, l’occhio sinistro, l’orecchio e la mano destri, e viceversa.
Gli organi di senso possono quindi essere collegati ad aree cerebrali che rimangono sempre “accese”, oppure ad aree che in alcuni momenti sono “in risparmio energetico”.
Incrociando queste informazioni con quelle, precedentemente acquisite, sulle dominanze e referenze cerebrali e sullo spegnimento, comprendiamo come, nei momenti di stress e di affaticamento, il nostro cervello di fatto sia inaccessibile ad alcuni, se non a tutti, gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno!
Cosa possiamo farci noi?
Per utilizzare al meglio il nostro cervello, e non esserne invece vittima, come potrebbe succedere in determinate situazioni, possiamo agire su più fronti.
È essenziale prenderci cura di noi stessi, in modo che non si verifichino periodi di stress cronico o di affaticamento eccessivo, che possono essere prevenuti concedendoci i necessari momenti di recupero.
Possiamo mettere in atto delle strategie specifiche che allenino il nostro cervello a integrare entrambi gli emisferi, in modo che lavorino contemporaneamente e siano pronti a fronteggiare eventuali situazioni di emergenza che la vita dovesse presentarci. E, come Coach, possiamo naturalmente mettere in condizione i nostri Coachee di comprendere questo meccanismo e prevenirne gli effetti.